ON AIR SUI 94.30 MHZ
NETWORK
Traccia corrente

Titolo

Artista

Programma attuale

Rockwave

21:00

Programma attuale

Rockwave

21:00


Let it rock: puntata n. 42. Dal 29 settembre in onda. FILE ASCOLTABILI

28 Settembre 2014

Prima parte

Seconda parte

Pagina facebook

Logo Let it Rock

Logo Let it Rock

Benvenuti alla puntata n. 42 di Let it rock.
Continuiamo con l’abituale mix di canzoni vecchie e nuove, spulciando tra i vari generi musicali affini al rock

Copertina live per Daryl Hall & John Oates, il più grande duo di blue-eyed soul della storia, e la cover di Starting all over again di Mel & Tim, registrata a Tokyo nel 1995.
Starting all over again [P. Mitchell]
Con blue-eyed soul si intende quel tipo di soul/r&b cantato da artisti bianchi.
Decisamente black è invece Naomi Shelton, che ascoltiamo, accompagnata dalle Gospel Queens, col brano che dà il titolo al suo nuovo album, Cold world. Uno dei migliori album soul dell’anno, una miscela perfetta di soul/r&b e gospel, in cui la Shelton mostra passione e maturità vocale in egual misura.
It’s a cold cold world [M.Wilson]
Procediamo sul sentiero del soul con Robert Bradley, nativo, come Naomi Shelton, dell’Alabama, a cui dedica questa bellissima ballata tratta da Out of the wilderness, il suo quinto album insieme ai Blackwater Surprise.
Alabama [Bradley/Ruffino]
Anche Paul Weller può sicuramente essere definito un ‘blue-eyed soul’ singer, pur se la definizione nel suo caso è solo parziale, vista la varietà di generi abbracciata dall’inglese nella sua lunga carriera. Il soul è sempre stato comunque uno dei grandi amori di Weller, che qui ascoltiamo nella mia versione preferita di The Paris Match, dall’EP Introducing the Style Council
The Paris Match [P.Weller]
La prima parte si chiude coi Cowboy Junkies, la band dei fratelli Timmins, identificata dalla bellissima eterea voce di Margo, e il brano che apre The Caution Horses, il loro terzo album del 1990.
Sun comes up, it’s tuesday morning [Michael Timmins]
Due covers in apertura della seconda parte: la prima è Love the one you’re with di Stephen Stills nella versione di Bob Seger, dal suo Smokin’ O.P.’s, che contiene solo covers di brani più o meno famosi, e nel titolo gioca con la frase ‘fumare solo le sigarette degli altri’, tra l’altro la copertina ricorda un pacchetto di Pall Mall.
Love The One You’re With [S.Stills]
La seconda è Get rhythm di Johnny Cash, rifatta da Ry Cooder nel 1987 per l’album omonimo, l’ultimo costituito in gran parte (5 canzoni su 9) di covers.
Get Rhythm [Johnny Cash]
Don Walker , pianista dei Cold Chisel, scrisse Khe Sahn ispirandosi alle storie del difficile ritorno alla vita di tutti i giorni di molti soldati Australiani dopo la guerra in Vietnam. Khe Sahn è stata una delle battaglie più lunghe e sanguinose del conflitto medio-orientale.
Khe Sahn [D. Walker]
Indirettamente correlata alla guerra in Vietnam è anche Ohio di Crosby, Stills,Nash & Young. Neil Young scrisse di getto la canzone dopo la lettura di un articolo di Life sull’uccisione di 4 studenti della Kent State University da parte dalla Ohio National Guard durante una manifestazione contro la guerra in Vietnam.
La canzone uscì solo come singolo e non è stata inclusa in nessun album ufficiale del gruppo, fino alla compilation So Far del 1974. Si trova invece in versione live su Four Way Street del 1971
Ohio [N.Young]
Argomenti molto più leggeri sono quelli toccati dai Gaslight Anthem nella loro Blue Jeans & White T-Shirts, contenuta nel EP Senor & The Queen. Il video è riferito alla versione live del Letterman Show.
Blue Jeans & White T-Shirts [Gaslight Anthem]
Ancora rock americano coi Cracker , la band di David Lowery e Johnny Hickman, e la loro Sunrise in the land of milk and honey, dall’omonimo album del 2009
Sunrise in the land of milk and honey [Cracker]
Otis Gibbs è un cantautore quasi sconosciuto in Italia, un vero hobo del XXI secolo. Joe Hill’s Ashes dà il titolo ad un album del 2010 ed è ispirata, come tante altre folk songs, alla vita di Joe Hill, un immigrato svedese (vero nome Joel Emmanuel Hägglund) divenuto sindacalista (fu membro dei Wobblies, gli Industrial Workers for the World) e cantautore.
Joe Hill’s Ashes [O.Gibbs]
Il primo album di Townes Van Zandt, For the sake of the song, è uscito nel 1968 con poco successo commerciale, purtroppo una costante per lo sfortunato cantautore Texano.
For the sake of the song [T. Van Zandt]

Che il rock sia sempre con voi!!

 

Taggato come

Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *