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Curtis Salgado, altro Grammy Award in arrivo?

20 Febbraio 2021

Dedico molto del mio tempo all’ascolto di album, vecchi e nuovi, per il piacere che questa attività mi procura. Grazie anche ai mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione, la musica è una delle arti che più ci accompagna nella vita quotidiana. Nessuna emozione è esclusa indipendentemente dal contesto in cui ci troviamo oppure dallo stato d’animo che viviamo. Uno studio fatto da una famosa Accademia a New Orleans (guarda caso),dice che l’ascolto di trenta minuti al giorno di musica fa abbassare la pressione arteriosa di 3/4 punti. A me, qualche giorno fa, è successo il contrario ascoltando Damage Control, l’ultimo lavoro di Curtis Salgado. Un cantante che ha una voce unica nella quale confluiscono tre elementi fondamentali: il timbro Rock di Eric Burdon (Animals), la potenza soul di Solomon Burke e il groove Blues di Bryan Lee.

Salgado è prevalentemente un cantante ma anche un armonicista. Ha cominciato con i Nighthawks per poi passare con la band di Robert Cray per circa sei anni. Solo dopo l’esperienza con i Roomful of Blues ed alcune apparizioni con la band di Santana decise di continuare le carriera come solista. Un personaggio stimato ed amato. E’ famosa la sua amicizia con John Belushi, con il quale ha condiviso la passione per il Blues. Ma anche con altri colleghi come Steve Miller che ha sempre considerato la sua voce potente ed ispirata. Insomma uno che ci sa fare. Ci ha saputo fare talmente tanto che ha vinto ben nove (dico nove) Blues Music Award insieme al BB King Entertainer of the Year. Nonostante un periodo difficile a causa di una grave malattia, che ha superato ma che lo ha lasciato fuori dalla scena per circa due anni, ha continuato sempre a lavorare con dedizione e passione. Oggi Salgado ha messo in cascina ben undici album, compreso l’ultimo che arriverà in Italia a fine Febbraio. Ho avuto la possibilità di ascoltare in anteprima Demage Control e devo dire che è un disco interessante. Si nota chiaramente che c’è stato un lungo lavoro dietro durato circa quattro anni. In questo disco le corde vocali di Salgado si intrecciano e vibrano in cambi di tonalità lancinanti, la musica non lascia alcun dubbio; il Rock, il Soul e il Blues la fanno da padroni, i testi sono veri racconti di vita, alle volte anche provocatori.

La tracklist è composta da tredici brani, dodici originali più la cover di Slow Down di Larry Williams, pezzo suonato anche dai Beatles,ma questa versione di Salgado non fa rimpiangere nulla. L’incipit di The Longer That I Live (brano di apertura) con il pianoforte, che parte più piano che forte, può trarre in inganno, ma neanche il tempo di pensare che Salgado sfodera un tagliente Rhythm&Blues. Quasi nel finale arriva The Fix Is In a mio parere la ciliegina sulla torta che regala momenti di puro oblio, un brano intenso, recitato e cantato in maniera superba, l’accompagnamento della chitarra con wah wah e l’armonica sembrano un solo strumento. Dalle battaglie contro le avversità della vita e il cancro Salgado ne è uscito sicuramente più consapevole ed ha acquisito quella forza espressiva che gli ha permesso di estrarre l’anima da ogni brano. A tal proposito concludo con una frase storica di un grande Bluesman, Mc Kinley Morganfield alias Muddy Waters che dice: Il Blues è il modo migliore per parlare della gioia, della sofferenza e della verità.

Un ringraziamento da parte mia Curtis.

Per la rubrica Me&Blues a cura di Gianfranco Piria


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