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Kat Riggins: Cry Out

8 Maggio 2021

 

Negli ultimi mesi ho dedicato molto di questo spazio alle figure femminili. Alcune già note artisticamente, altre con interessanti prospettive per il futuro. Tra queste Kat Riggins. Mike Zito l’ha scoperta e nell’Anno Pandemico, con coraggio, la fa debuttare alla Gulf Coast Records.

Kat Riggins è nata Miami e viene da una famiglia di appassionati cultori della musica. La vasta collezione di dischi, presenti in casa, gli ha consentito di sviluppare le sue conoscenze verso vari generi. Col tempo arrivarono le vere attrazioni. Etta James e Koko Taylor diventano le sue muse ispiratrici. Come tutti comincia con una piccola band a suonare nei vari locali della Città. Qualcuno nota le sue indiscusse doti e così arrivano le prime produzioni. Lily Rose del 2014 e Blues Revival del 2016 sono il segnale tangibile che la Riggins è orientata verso il Blues/Soul, R&B e il Rock Blues. Il suono moderno e una voce poderosa non bastano per il salto di qualità. Manca il disco giusto, quello della svolta. Così nel 2020, nonostante le restrizioni, arriva Cry Out. Un lavoro interamente scritto dalla Riggins con l’aiuto di Mike Zito. Il suo ascolto è coinvolgente e il talento naturale di Kat viene fuori in tutti i suoi aspetti. Le sonorità scoperte da ragazza tornano tutte e la Riggins dimostra innegabilmente di essere un Blues Woman. Tredici pezzi che spaziano tra il RockBlues, Blues e R&B. Una vera delizia per gli amanti del genere. Cry Out è un Blues trascinante con l’armonica di Johnny Sansone sempre in primo piano. L’entourage di Mike Zito è onnipresente. In Wicked Tongue entra in scena Albert Castiglia, che col suono tagliente della sua chitarra, da spessore all’intero brano. Il suo assolo è da brividi,peccato che duri poco. Heavy è una moderna ballata Gospel Blues,con un testo importante. Qui la Riggins incanta e il controcanto finale del coro dei bambini è una gran trovata. Emozionante. Mi è piaciuta molto On it’s way, mi ha riportato indietro di qualche anno. Un R&B a velocità sostenuta dove i fiati e un assolo di sax energico si prendono la scena.

Quando è partita Storm, l’ultimo pezzo, ho avuto un tentennamento. Uno Slow Blues di matrice tipicamente Ledzeppeliana che, con autorevolezza, mette il suggello di qualità sull’intero album. Con questo disco Kat Riggins entra con tutti gli onori nel giro della nuova generazione femminile del Blues, R&B e RockBlues.

 

Gianfranco Piria per Me&Bles


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