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Joe Bonamassa: Now Serving Royal Tea. Live From The Ryman

26 Giugno 2021

Ho conosciuto Joe Bonamassa nel 1999. Grazie alla lettura di un piccolo trafiletto che parlava di questo giovane chitarrista. Quelle poche righe mi hanno incuriosito e spinto a conoscerlo meglio. Le mie prime ricerche hanno confermato quello che mi aspettavo. Un chitarrista abile con una voce tipicamente black. Ne ho visti (anzi ascoltati) troppi che si sono persi. Joe aveva la stoffa per diventare qualcuno. E così è stato. Oggi è nell’olimpo dei più importanti chitarristi blues rock. Posto riservato a persone dotate che hanno qualcosa in più rispetto ad altri. La sua passione per il Blues comincia da piccolo. A dodici anni suona perfino con BB King. Ma le prime vere influenze arrivano ascoltando Jeff Beck, Jimmy Page, John Mayall e Peter Green protagonisti indiscussi del British Blues.

Un omaggio in onore dei suoi idoli esce nel 2018. British Blues Explosion è un live di cover suonate con eccellente abilità. Bonamassa è una macchina da guerra: seguirlo è veramente emozionante. Scrive un nuovo progetto e nel 2020 nasce Royal Tea: un lavoro registrato a Londra presso i famosi Abbey Road Studios. Questa volta niente cover: tutta farina del suo sacco. A dargli manforte Bernie Marsden ex Whitesnake e Pete Brown collaboratore dei Cream. Un bel lavoro che Bonamassa ha saputo ben costruire e portare brillantemente a termine. Ottimi i giudizi della critica mondiale. La cosa incredibile della sua sostanziosa discografia e che i live oggi superano, come numero, quelli in studio: totale 38. Diciotto in studio e venti dal vivo. Now Serving Royal Tea – Live From The Ryman è l’ultimo uscito esattamente nella prima decade di Giugno di quest’anno. Praticamente manco la pandemia è riuscita a fermare la sua l’iperattività. L’album è stato registrato presso lo storico Ryam Theater di Nasheville . Come pubblico sono state utilizzate 1700 sagome di cartone. In steraming migliaia di fans collegati da tutto il Mondo. L’incasso destinato ad un programma di beneficenza. Ne è venuto fuori un disco veramente entusiasmante. Joe con la sua chitarra è stato padrone della scena. La band senza cedimenti lo ha seguito con grande maestria. La title track è composta per il settanta per cento dai brani inediti del precedente Royal Tea. Vi posso assicurare che le versioni Live hanno superato di gran lunga le originali. Nonostante il tosto Rock Blues, ho avvertito una piacevole sensazione di leggerezza. Come se Joe volesse regalare al Mondo momenti di serenità per le sofferenze vissute. Bonamassa ha costruito il suo successo riuscendo a mescolare rigore professionale e dedizione verso i suoi fans dandosi totalmente nelle sue esibizioni dal vivo fino all’ultima nota. L’album si chiude con le tre brani quasi sempre presenti nel suo repertorio: A New Day Yesterady dei Jethro Tull, Walk My Shadow dei Free e StarshipTropper-Wurm degli Yes. Un finale unico che suggella l’ottima riuscita del disco. Se poi consideriamo che suonare dal vivo, in presa diretta, senza pubblico non è da tutti, Live From The Rymam è un capolavoro. Joe Bonamassa nel corso del suo percorso professionale ha sempre messo il Blues in primo piano. Da ricordare lavori interamente dedicati a Freddy King, Albert King, BB King, Muddy Waters e Howlin’Wolf. Chiaramente tutti dal vivo.

Con questo articolo la rubrica Me&Blues va in vacanza. I primi di Settembre riprenderemo a parlare dei nuovi ascolti Blues estivi. Prevedo che non saranno pochi. Grazie alla redazione e a tutti voi per il tempo che mi avete dedicato. Buone Vacanze. Ne abbiamo tutti bisogni.

Me&Blues a cura di Gianfranco Piria.


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