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Franciacorta, bollicine da sogno.

Franciacorta, bollicine da sogno. Il record di 20 milioni di bottiglie ormai è a un passo

Non serve forzare la mano con chi è ottimista per natura. Con Silvano Brescianini è anche inutile, portato com’è a precisare, parlando di vino, che per lui «il bicchiere non è mai mezzo vuoto: è sempre mezzo pieno». E adesso, ha pure il conforto dei numeri, quanto mai generosi nei confronti della fetta di Lombardia con la testa adagiata sul Sebino e i piedi appoggiati a Monte Orfano. Annata invidiabile per le bollicine più amate d’Italia, alla faccia della pandemia. Ed è lo stesso presidente del Consorzio Franciacorta a confermarlo: «Abbiamo sempre viaggiato su un venduto di 17-18 milioni di bottiglie. Bene, per la prima volta nella nostra storia, siamo vicini al 20 milioni e forse potremmo anche superare questa straordinaria soglia commerciale e psicologica». Roba mai vista prima. E che fosse nelle corde di questa zona del Bresciano, caposaldo del Metodo Classico, lo si era già capito settimane fa leggendo il report dei primi 11 mesi dell’anno e senza nemmeno contare dicembre, notoriamente elettivo per spumanti e dintorni: 17 milioni e 412mila bottiglie, con un + 43,7% rispetto all’analogo periodo 2020 e addirittura con un + 17,5 nei confronti del gennaio-novembre 2019 quando il Covid non aveva ancora seminato il panico globale. Anno dunque speciale, il 2021, seppure segnato da un forte calo della raccolta uva in vendemmia (-20-25%). Sicuramente sul mercato italiano, serbatoio principale dei vini franciacortini, con una quota percentuale che supera l’88%: +45,5% rispetto al 2020 (sempre contando i primi 11 mesi) e +19% perfino sul 2019. Ma non è andata male nemmeno nell’export (11,3%) con un lusinghiero + 7.1% nel confronto con l’anno pre-Covid. Brescianini puntualizza: «Certo. Abbiamo perso quote in Giappone per via delle severe restrizioni sugli alcolici imposte dalle autorità di Tokyo. Ma abbiano avuto riscontri ottimi in Svizzera, mercato relativamente piccolo ma competente, e negli Usa dove stiamo recuperando guadagnando posizioni». Come dire: le incognite non mancano e la variabile «contagi» in questo inizio 2022 rischia di incidere ancora sui bilanci. Ma i riscontri sono positivi, anche grazie all’interesse nei confronti di una viticoltura fortemente biologica (oltre il 66% delle vigne); alla crescente domanda di vini a «basso dosaggio» perfetti per festeggiare ma anche per pasteggiare; e alla forte immagine della Franciacorta, «destination partner», il 23 novembre scorso, alla presentazione della prestigiosa Guida Michelin e che avrà ancora questo onore nelle prossime due edizioni della famosa «Rossa».

Sullo sfondo, il recente ok del Consorzio alla reintroduzione di Erbamat, varietà bianca a maturazione tardiva dalla spiccata acidità e dalla buona neutralità aromatica, che in Franciacorta era già nota nel Cinquecento e che promette di apportare finezza e freschezza ai vini senza stravolgerne il profilo. Ma anche l’omaggio dovuto a Franco Ziliani, imprenditore e fondatore della Guido Berlucchi , che se n’è andato un mese fa, al termine di un 2021 che lo vedeva festeggiare i suoi 90 anni e i 60 del suo primo «Franciacorta». «Ci mancherà – commenta Silvano Brescianini – è stato il pioniere di questa terra votata alla moderna viticoltura. Tutti gli dobbiamo qualcosa. E cercheremo di onorarlo a modo nostro: superando i 20 milioni di bottiglie vendute. E facendo delle bollicine che lui ha tanto amato l’icona dell’Italia in festa. E a tavola».